In questo caso è d'obbligo consigliare la lettura del libro "Corto Sconto. La guida  di Corto Maltese alla Venezia nascosta" pubblicato dalla casa editrice  Lizard nel 2020.  Hugo Pratt, nonostante fosse nato a Rimini e che poi avesse vagabondato  tra Africa, Sud America ed Europa, ha più volte confermato il suo rapporto simbiotico con la città, tanto che lui stesso ha ammesso di non aver mai smesso di considerare Venezia, dove ha passato l’infanzia, il centro del mondo. La Venezia che però conosciamo tramite Corto, è una Venezia in parte di fantasia poiché rinominava con epiteti fantasiosi luoghi a lui familiari, trasformando una delle città più famose al mondo in una mappa della sua personale creatività. Per esempio, il ponte Widmann, nei pressi della Chiesa dei Miracoli, si trasformava in Ponte della Nostalgia; il Sotoportego dell’Anzolo a Canareggio diventava il Sotoportego dei cattivi pensieri; il Campiello de l’arabo d’oro era la Corte Rotta a San Martino,  mentre la Corte del Maltese era in realtà Corte Buello, nei pressi di Corte Nova.

La più famosa tra tutte è Corte Sconta, ovvero “nascosta” in veneziano, che era invece la Corte Botera, la quale deve il proprio nome a un laboratorio che produceva botti per il vino, nei pressi della basilica di San Giovanni e Paolo. Purtroppo ora questo magico luogo è stato chiuso dai proprietari, ma ci sentiamo comunque in dovere di riportarvi un aneddoto che raccontò Pratt stesso in un’intervista a metà degli anni ’70: “Avevo quattro o cinque anni, quando mia nonna si faceva accompagnare da me al Ghetto Vecchio di Venezia. Andavamo a visitare una sua amica, la signora Bora Levi, che abitava in una casa molto antica. A questa casa si accedeva salendo una vecchia scala di legno esterna chiamata “scala matta” oppure “scala delle pantegane”, o ancora “scala turca”…andavo alla finestra della cucina e guardavo giù in un campiello erboso con una vera da pozzo coperta di edera. Quel campiello ha un nome: Corte Sconta detta Arcana. Per entrarvi si dovevano aprire sette porte, ognuna delle quale aveva inciso il nome di un shed, ossia di un demonio e ogni porta si apriva con una parola magica.”

Poichè stiamo parlando di libri è assolutamente consigliata una visita alla Libreria Acqua Alta, in Calle Lunga Santa Maria Formosa. 

Si tratta di un luogo che incarna l’idea di bellezza nell’imperfezione: gli scaffali traballanti, i libri impilati in modo disordinato e le pareti scrostate contribuiscono a creare un’atmosfera bohémien e affascinante. Ogni angolo è una sorpresa, ogni ripiano è un nascondiglio per un tesoro letterario. Dalla letteratura italiana, a quella straniera, dai classici intramontabili ai libri di fantascienza, fumetti, gialli, best seller, nel negozio non è raro scovare edizioni rare e difficilmente reperibili come il “Piccolo principe” in dialetto veneto. Il luogo però, non attrae solo gli amanti dei libri, ma anche artisti e viaggiatori in cerca di ispirazione nonché amanti dei gatti. Gli spazi offrono l’opportunità di scattare foto mozzafiato, capaci – in parte – di cattura l’essenza del luogo. La Libreria Acqua Alta è molto più di una semplice libreria: è un’esperienza, un’immersione nella storia, nella cultura e nell’immaginazione.